Dall’analisi di duecento campioni prelevati da persone che avevano contratto il vaiolo delle scimmie negli Stati Uniti è emerso che il virus sta mutando. Un rapporto dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc), pubblicato su bioRxiv e non ancora sottoposto a revisione paritaria (peer review), descrive mutazioni in alcuni casi sostanziali. Un campione, per esempio, è privo del 7 per cento del genoma originario. I virologi spiegano però che mutazioni di questo tipo sono normali. I virus a dna come quello del vaiolo mutano con il passare del tempo, anche se più lentamente di quelli a rna come il sars-cov-2. Al momento non è possibile fare previsioni sull’evoluzione del virus, anche perché non si conoscono le funzioni di molti geni. Ma bisogna monitorare attentamente la situazione, scrive Nature. Più il virus circola più si trasforma, e non si può escludere che le mutazioni influiscano in futuro sulla trasmissione, la diagnosi e l’efficacia delle cure.

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Questo articolo è uscito sul numero 1482 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati