Virginio e sua moglie Sisa allevano un branco di lama sugli altopiani della Bolivia. Questo settantenne quechua non vuole lasciare la terra in cui è nato e cresciuto, nonostante una terribile siccità che dura da più di un anno. All’improvviso dalla città arriva il nipote Clever per provare a convincerlo ad abbandonare il suo stile di vita ancestrale. Alejandro Loayza Grisi, al suo primo lungometraggio (premiato al Sundance film festival), faceva il fotografo. Si spiegano così le inquadrature composte con esattezza, l’uso non scontato dei colori e delle luci, superbe sia nei chiaroscuri degli interni sia nelle vastità riarse alle pendici delle Ande. Pazienza se la narrazione, a tratti troppo prevedibile e didascalica, non è all’altezza della meravigliosa messa in scena. Samuel Douhaire, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1483 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati