La produzione di greggio del giacimento russo Sakhalin-1 gestito dalla Exxon Mobil è crollata dopo il rifiuto del colosso energetico statunitense di accettare la copertura assicurativa delle petroliere offerta dalle aziende locali, una copertura che le assicurazioni occidentali non possono garantire a causa delle sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina, scrive la Reuters. Le navi che trasportano il greggio estratto dal Sakhalin-1 appartengono all’azienda di stato russa Sovcomflot. La produzione è scesa a diecimila barili al giorno, contro i 220mila al giorno registrati prima della guerra. Il 18 ottobre la Exxon Mobil ha annunciato l’uscita dal Sakhalin-1, di cui possedeva il 30 per cento del capitale. Il 7 ottobre Mosca aveva imposto come gestore la Sakhalinmorneftegaz-Shelf, una controllata del colosso petrolifero di stato Rosneft, e si era riservato il diritto di decidere se gli azionisti stranieri del progetto (la Exxon, l’indiana Ongc e la giapponese Sodeco ) potevano mantenere le loro quote. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1483 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati