Bolivar, un pescatore di un villaggio sudamericano senza nome, sente che sta per arrivare una tempesta, ma esce comunque in mare, affiancato da Hector, un ragazzo dai capelli lunghi. Bolivar e Hector si spingono al largo, sicuri del loro potere sulla natura. Per uno scherzo del destino, i due sono spazzati via dal mare e devono cercare di sopravvivere. Oltremare è un romanzo scarno e liricamente preciso. I tempi morti e gli eventi improvvisi della vita su una barca sperduta in mare aperto assumono verso la fine una qualità onirica, perfino allucinatoria, ottenuta grazie alla chiarezza della visione. È un mondo in cui il tempo scorre, si ferma, si affretta e sembra abbandonare quasi completamente i pescatori. Nel corso del libro, l’amicizia tra i due protagonisti cambia. Scopriamo le loro storie e le cause della loro vulnerabilità. Nonostante qualche accenno al presente, Oltremare rimane in gran parte un romanzo isolato, slegato dal mondo contemporaneo. Paul Lynch ci offre una buona storia, anche se non è abbastanza avvincente da renderla memorabile. Seán Hewitt, The Irish Times
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Questo articolo è uscito sul numero 1485 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati