Acausa della politica “zero covid” imposta dal presidente Xi Jinping, in Cina si moltiplicano i lockdown. Il 31 ottobre le autorità hanno dato l’ordine di chiudere Disneyland a Shanghai dopo l’accertamento di dieci casi d’infezione. “Centinaia di persone sono rimaste bloccate all’interno del parco dei divertimenti”, racconta la Bbc. “E potranno uscire se un test per il covid mosterà che non sono contagiate”. Negli stessi giorni un numero imprecisato di persone è scappato a piedi dal polo industriale Foxconn di Zhengzhou, nella Cina centrale, che ospita duecentomila lavoratori. A metà ottobre, dopo alcuni casi d’infezione, l’azienda, che rifornisce la Apple e stava lavorando al nuovo iPhone 14, ha costretto gli operai a non lasciare la fabbrica e a mangiare nei dormitori senza fornire ai malati le cure necessarie. Ventimila persone se ne sono già andate, anche se la Foxconn lo smentisce. La fuga, che per alcuni ha voluto dire percorrere fino a cento chilometri a piedi, dimostra che “i cinesi hanno ancora paura del covid”, scrive il South China Morning Post. La Cina ha un basso tasso di vaccinazione, specialmente tra gli anziani. E i suoi vaccini si sono rivelati poco efficaci. Non è chiaro per quanto tempo l’economia cinese potrà sostenere le chiusure. Bloomberg scrive che tra i delegati tedeschi in visita a Pechino il 4 novembre insieme al cancellier Olaf Scholz figurano alcuni dirigenti della Biontech, l’azienda che ha sviluppato il vaccino a mRna insieme alla Pfizer. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1485 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati