L’imperatrice del nuovo film dell’austriaca Marie Kreutzer è quella Sissy indissolubilmente legata alla giovane Romy Schneider. Ma Il corsetto dell’imperatrice, raccontando la vita di una donna rinchiusa nella gabbia dorata del sessismo, almeno all’inizio fa pensare a una versione più nevrotica di Marie Antoinette di Sofia Coppola. Poi, via via che si snocciolano le sofferenze di una vita condizionata dal motto “sii bella e taci”, il film rivela il suo vero soggetto, e cioè i disturbi alimentari di un’Elisabetta d’Austria che ha appena compiuto quarant’anni. Il modo in cui Kreutzer tratteggia questo tema non è mai insistente e anzi sottolinea il fatto che ancora oggi è un argomento tabù. Ecco quindi un piatto poco condito, un dolce proibito, il rito della pesata quotidiana. Sissi esiste solo attraverso il corpo che le viene chiesto di controllare fino alla nevrosi. L’orizzonte finale di queste imposizioni è l’annientamento del potere del corpo e dello spirito. Sostenuta dalla tesa performance di Vicky Krieps, questa storia di potere ostacolato è anche contemporanea perché mostra come il patriarcato cerchi di controllare le donne attraverso il loro corpo. Bruno Deruisseau, Les Inrockuptibles
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Questo articolo è uscito sul numero 1490 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati