Questo concerto, registrato ad Aix-en-Provence l’estate scorsa, è dedicato alla memoria del pianista statunitense Nicholas Angelich, che era un amico e collaboratore sia di Renaud Capuçon sia di Martha Argerich. Una circostanza che ha sicuramente galvanizzato i due musicisti. In particolare, è affascinante sentire come riescano a offrirci una performance di enorme personalità senza apparentemente fare niente di particolare. Martha Argerich mantiene la sua fantastica abilità di far diventare parte integrante di una conversazione anche il passaggio più banale. E Renaud Capuçon sfoggia il suo dolcissimo timbro vellutato senza mai inasprirlo in cerca di effetti retorici. Pare che Schumann non fosse soddisfatto della sua prima sonata, però non l’aveva mai sentita così. Qui la sonata “a Kreutzer” di Bee­thoven non suona mai facile, ma sempre naturale, e stupefacente per virtuosismo e millimetrica coordinazione del duo. Infine c’è la sonata di Franck: a volte può sembrare un po’ prolissa, ma qui è un racconto emozionante dall’inizio alla fine. Questo è l’imperdibile ricordo di un recital davvero magico.
David Threasher, Gramophone

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1490 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati