Il nuovo romanzo di Claudia Piñeiro sfrutta le convenzioni del poliziesco in una storia urbana e borghese. Attraverso le avventure di Elena, una donna anziana affetta dal morbo di Parkinson che vuole sapere se la figlia si è davvero suicidata, l’autrice affronta i problemi della condizione femminile nell’Argentina di oggi. I temi di fondo sono la maternità e il diritto delle donne a un uso più libero del proprio corpo, la vulnerabilità della vecchiaia e della malattia, gli imperativi sociali e religiosi che a volte impediscono il raggiungimento anche di una modesta forma di felicità. La trama sembra semplice, ma l’autrice la riempie di significati e osservazioni sulla vita. Il tempo di Elena, la protagonista della storia, si misura in pillole: quelle di dopamina che deve assumere in diversi momenti della giornata per far sì che i suoi piedi le obbediscano e la sua mente non si confonda. Elena deve prendere il treno da Buenos Aires per andare a Belgrano a incontrare una donna, Isabel, che non vede da anni ma che potrebbe avere la soluzione all’enigma della morte di Rita. Nei dialoghi con il poliziotto che si occupa del caso, Elena cerca di capire come Rita possa essere arrivata a quell’ultima decisione – il suicidio – che le sembra poco plausibile.
Clarín

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Questo articolo è uscito sul numero 1494 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati