Il 7 febbraio più di 750mila persone hanno partecipato alla terza giornata di proteste indetta dai sindacati francesi contro la riforma delle pensioni, una partecipazione leggermente inferiore a quella registrata il 19 e il 26 gennaio. Anche stavolta la mobilitazione è stata accompagnata da una serie di scioperi che hanno bloccato i trasporti pubblici e le raffinerie. L’11 febbraio è in programma un’altra giornata di agitazione. Intanto la riforma è approdata in parlamento, dove il partito centrista del presidente Emmanuel Macron non ha la maggioranza assoluta e dovrà cercare voti tra le file dell’opposizione. La premier Élisabeth Borne ha annunciato al Journal du dimanche di essere pronta ad accogliere alcune delle richieste avanzate dai Républicains per evitare il ricorso all’articolo 49 della costituzione, che permetterebbe al governo di far passare la misura senza il voto delle camere. Ma la sua apertura ha diviso il partito di centrodestra, che non ha ancora trovato una posizione unitaria sulla riforma.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1498 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati