◆ Il bacino del Tarim è chiuso su tre lati da catene montuose che trattengono le nuvole sul versante esterno impedendo la pioggia e rendendolo arido. Questo territorio della regione autonoma dello Xinjiang, nell’ovest della Cina, riceve quindi di solito poca o nessuna neve in inverno. Ma tra il 12 e il 14 gennaio una forte tempesta si è abbattuta sulla regione, ricoprendo di uno strato di neve il deserto del Taklamakan, che occupa gran parte del bacino.
L’immagine in alto, scattata dal satellite Landsat 9 della Nasa pochi giorni dopo, mostra le dune innevate a est del fiume Keriya (l’immagine in basso è un ingrandimento). Le nevicate nel deserto del Taklamakan sono molto rare, ma eventi simili si sono verificati nel 2021, nel 2013 e nel 2008. Basandosi sui dati satellitari e su quelli delle stazioni meteorologiche a terra, gli scienziati della regione stanno cercando di capire se la quantità di neve che cade nel deserto si sta modificando. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’università dello Xinjiang, le temperature tendono a salire e aumentano le precipitazioni, sia di pioggia sia di neve.
Il bacino del Tarim è il più grande bacino endoreico del mondo (un bacino idrografico senza emissari, le cui acque non hanno sbocco al mare). Il deserto del Taklamakan ha forma ovoidale e una superficie di 270mila chilometri quadrati (l’Italia arriva a 302mila chilometri quadrati). È delimitato dal massiccio del Pamir a nord, da quello del Tien Shan a ovest e dai monti Kunlun e dall’altopiano del Tibet a sud.
Lo Xinjiang ha circa ventidue milioni di abitanti, in maggioranza uiguri, un’etnia turcofona di religione islamica perseguitata dal governo di Pechino.–Adam Voiland (Nasa)
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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati