La Brexit non poteva che creare problemi in Irlanda del Nord, dato che è l’unica parte del Regno Unito ad avere una frontiera terrestre con l’Unione europea. Tutte le parti in causa pensavano che il ritorno di un confine con il resto dell’Irlanda (che fa parte dell’Unione) potesse compromettere il processo di pace tra unionisti e repubblicani culminato nell’accordo del Venerdì santo del 1998. Ma se il Regno Unito avesse lasciato il mercato unico e l’unione doganale dell’Unione europea, da qualche parte doveva esserci un confine.

Con il suo accordo sulla Brexit, l’ex primo ministro britannico Boris Johnson aveva scelto di portare l’Inghilterra, il Galles e la Scozia fuori dal mercato unico e dall’unione doganale, ma di lasciare di fatto l’Irlanda del Nord all’interno di entrambi. Per questo c’era bisogno di un confine nel mare d’Irlanda, anche se Johnson sosteneva il contrario. Quando i controlli erano stati istituiti, Johnson aveva immediatamente rinnegato l’accordo. In seguito aveva presentato un disegno di legge per consentire al governo di cancellare alcune parti del protocollo che aveva creato il confine.

Alla fine è toccato al suo secondo successore Rishi Sunak sbrogliare la matassa. Sunak e l’Unione europea sono stati ragionevolmente pragmatici. Il Windsor frame­work concordato il 27 febbraio con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen semplifica i controlli alla frontiera previsti dal protocollo. Un sistema di corsie “verdi” minimizzerà i controlli sui prodotti che non sono destinati a finire nel mercato unico, facilitato dalla concessione ai funzionari europei di un accesso ai dati in tempo reale. Un meccanismo consultivo darà all’Irlanda del Nord un freno d’emergenza con cui bloccare l’applicazione di futuri cambiamenti delle regole sul mercato unico. Dato che l’accordo elimina i controlli superflui, sarà apprezzato da molte aziende e cittadini nordirlandesi. Eppure gli ideologi della Brexit all’interno del partito conservatore, così come il Partito unionista democratico (Dup) nordirlandese, sono scontenti perché Sunak non ha ottenuto nessun cambiamento al testo del protocollo e ha accettato che la corte di giustizia europea, arbitro ultimo delle regole sul mercato unico, mantenga una certa autorità in Irlanda del Nord. Inoltre Londra rinuncerà alla legge che avrebbe dovuto invalidare il protocollo.

Nessuna alternativa

Sia i conservatori sia gli unionisti dovrebbero ripensarci. I parlamentari tory oltranzisti contrari all’accordo di Sunak non hanno presentato un’alternativa credibile. Mantenere lo status quo è inaccettabile, perché ostacola seriamente il commercio e può innescare una nuova disputa. Insistere con il disegno di legge che permette l’abbandono unilaterale del protocollo violerebbe il diritto internazionale e peggiorerebbe i già difficili rapporti con l’Unione europea. Una ripresa degli scontri interni sulla Brexit danneggerebbe gravemente il governo di Sunak, compromettendo le già scarse prospettive elettorali dei tory.

Da sapere
Quattro mesi di trattative

◆ Il 27 febbraio 2023 il primo ministro britannico Rishi Sunak e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno presentato il Windsor framework. L’obiettivo è risolvere i problemi relativi agli scambi commerciali tra il Regno Unito e l’Unione europea attraverso l’Irlanda del Nord, lasciati irrisolti dall’accordo sulla Brexit del 2020. L’intesa, frutto di quattro mesi di negoziati segreti fra il governo britannico e la Commissione europea, dovrà essere approvata dal consiglio europeo e dal parlamento britannico. Bbc


Accontentare il Dup è più difficile, perché ha ragione a sostenere che il protocollo crea delle barriere tra l’Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito. Questo aspetto ha fornito al partito protestante il pretesto di cui aveva bisogno per boicottare il governo nordirlandese basato sulla condivisione del potere con i cattolici repubblicani. Tuttavia vale la pena di ricordare che la Brexit, sostenuta dal Dup, è stata bocciata dalla maggioranza dei votanti in Irlanda del Nord. La maggior parte degli elettori vorrebbe un protocollo più efficace che possa garantire all’Irlanda del Nord un accesso illimitato sia al mercato dell’Unione europea sia a quello del Regno Unito.

L’accordo di Sunak non soddisfa tutte le richieste del Dup, ma potrebbe essere migliorato da un futuro governo laburista: il partito ha promesso di concludere un accordo veterinario con l’Unione per ridurre ulteriormente i controlli sui prodotti alimentari. Ma se il Dup dovesse bocciare l’accordo, non riuscirà a ottenerne uno più vantaggioso. Quindi farebbe bene ad accettarlo, perché è la migliore soluzione attualmente disponibile. Questo potrebbe anche aprire la strada al ritorno del Dup nel governo di condivisione, cosa di cui l’Irlanda del Nord ha urgente bisogno.

Il momento dell’unità

Ci sono ragioni geopolitiche più ampie per accogliere con favore il Windsor frame­work. L’accordo rimuove gli ostacoli al miglioramento dei rapporti tra Londra e Bruxelles. Permetterebbe al Regno Unito di essere associato al programma di ricerca europeo Horizon. Rafforzerebbe la cooperazione con l’Europa in materia di sicurezza e politica estera, che è diventata più importante da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Un miglioramento dei rapporti con la Francia potrebbe favorire gli sforzi congiunti per scoraggiare i migranti che tentano di attraversare la Manica a bordo di piccole imbarcazioni. E sarebbe un passo importante per risanare i rapporti con gli Stati Uniti, dato che il presidente Joe Biden ci tiene molto alla pace in Irlanda del Nord. Quando i parlamentari britannici voteranno sull’accordo, farebbero bene ad approvarlo. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati