Oltre al gran premio della giuria della Semaine de la critique a Cannes 2021, questo buffo dramma egiziano poteva aspirare alla palma del film più spiazzante, visto che il regista con grande naturalezza riesce a inserire l’assurdo in un contesto di povertà. Eppure, per la sua rappresentazione molto cupa dei bassifondi del Cairo il film ha sollevato molte polemiche in Egitto. Il capofamiglia racconta la storia di una donna, sottomessa all’autorità del marito e alle volontà dei figli. Durante la festa di compleanno di uno dei ragazzi, un mago trasforma il padre in una gallina e non riesce più a ritrasformarlo in essere umano. La moglie, prima ossessionata dall’idea di riavere indietro il marito e in lotta con la società che la circonda, riesce piano piano a nascondersi dietro una nobile indifferenza. Il regista ci risparmia la morale, ma proviamo ad azzardare: non è per magia, ma attraverso la consapevolezza che ci possiamo alleggerire dal potere del patriarcato.
Guillemette Odicino, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1503 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati