Mary Jayne Gold, rampolla di una ricca famiglia statunitense, fu tra gli ideatori di una rete che tra il 1940 e il 1941 aiutò molti artisti e intellettuali, per lo più ebrei, a lasciare la Francia di Vichy. L’originalità della miniserie di Anna Winger (Unorthodox) e Daniel Hendler sta nel tono leggero scelto per raccontare questa storia. Un intero episodio, per esempio, è dedicato alla festa di compleanno di Max Ernst, in una villa vicino a Marsiglia. Un po’ accademica nel presentare personaggi come André Breton, Peggy Guggenheim o Walter Benjamin, Transatlantic ha più pregi che difetti.
Les Inrockuptibles

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Questo articolo è uscito sul numero 1506 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati