L’incarico di Antal Doráti come direttore principale della Detroit Symphony orchestra fu breve (dal 1977 al 1981) ma di un’intensità assoluta. La Decca, fedele al direttore ungherese, lo seguì nella città del Michigan per fargli fare gli album che ora troviamo in questo cofanetto. Sono dischi che s’impongono immediatamente per la registrazione spettacolare, realizzata non nella sala da concerti dell’orchestra ma in un cinema porno. Ci fanno sentire di essere di fronte a una formazione dal lustro sempre inalterato, con la cura minuziosa dei dettagli che non oscura mai una sonorità sfavillante. Il punto forte di questa raccolta sono i compositori ai quali Doráti si dedicava con più concentrazione da molti anni. Tra gli album di musiche di Richard Strauss spicca l’opera Die ägyptische Helena, che era alla sua prima registrazione in studio. Solo due dischi per Béla Bartók, ma preziosi per i loro colori acidi e la follia ritmica. È difficile fare une scelta anche nel molto Stravinskij, tanto personali sono le letture (per esempio un Petruška veramente furioso). La musica da balletto, fondamentale nel repertorio di Doráti, è rappresentata dal suo amico Aaron Copland. Sono tutte testimonianze di un direttore che aveva una forza drammatica fuori dal comune.
Thomas Deschamps, Classica
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Questo articolo è uscito sul numero 1508 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati