Difficile rimanere insensibili di fronte a questa opera prima tanto aspra quanto delicata di una giovane regista che per più ragioni si può considerare erede dei fratelli Dardenne. La polizia irrompe in una casa per arrestare un uomo sotto gli occhi della figlia di dodici anni, Dalva, vestita come una donna-bambola (trucco, chignon, pizzi). Separata dall’unico uomo della sua vita, che le ha dato tutto ma le ha anche tolto tutto, Dalva si ribella alle regole pensate per proteggerla. Per arrivare alla serenità la strada è lunga e accidentata. Raramente si era vista un’evocazione così sottile dei meccanismi di controllo esercitati all’interno di una cerchia familiare. Emmanuelle Nicot, sempre alla giusta distanza dall’orrore, riesce a mantenere alta la tensione e firma un’opera quasi luminosa.
Jérémie Couston, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1511 di Internazionale, a pagina 91. Compra questo numero | Abbonati