Stephen Hough aveva già dedicato un disco a Federico Mompou nel 1996. Oggi torna sul compositore catalano con questa registrazione integrale di Música callada. Il titolo della raccolta, che significa musica silenziosa, viene dal Cantico spirituale del mistico Giovanni della Croce, e fu scelto da Mompou per indicare un suono che esprime qualcosa che le parole non sanno trasmettere. Questi 28 pezzi, riuniti in quattro raccolte tra il 1958 e il 1967, sono senza dubbio il punto più alto dell’opera pianistica di Mompou, e ne impongono il ruolo centrale nella storia della musica della penisola iberica, dopo i gioielli di Albéniz, Granados o De Falla. Hanno un minimalismo che può ricordare Satie, ma con ben altra profondità umana. Tra tutte le registrazioni disponibili, quella dell’autore è irraggiungibile, anche se quando la fece aveva ottant’anni e un pianoforte mediocre. Senza cercare di riprodurre l’incomparabile rubato di Mompou, Hough realizza qui uno dei suoi dischi più belli. Il pianista britannico immerge in un crogiolo da alchimista le sonorità che definisce “musica dell’evaporazione” e ne estrae una materia fatta di una quantità infinita di sfumature dinamiche. Scolpito in un registro ombroso, il pianoforte alimenta un respiro misterioso e sensuale, che illumina la Música callada come una scia lunare.
Gérard Belvire, Classica
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Questo articolo è uscito sul numero 1511 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati