In questo libero adattamento dell’opera teatrale Le lacrime amare di Petra von Kant, che Fassbinder tradusse sontuosamente in un film nel 1971, Ozon esce dal mondo della moda per tornare in quello del cinema: il famoso regista Peter von Kant vive con il suo assistente muto Karl, che esegue ogni suo ordine. Quando incontra Amir, un giovane di modeste origini che vuole fare l’attore, Peter cade sotto il suo incantesimo. Amir va a vivere con lui e diventa il suo amante. Ozon, come il suo maestro che ha voluto celebrare, cerca di osservare il modo in cui quella che sembrava una luna di miele scivola irrimediabilmente verso un rapporto di dominio, in cui il sentimento dell’amore finisce per spingere i personaggi nella crudeltà e nell’isolamento. Ma tutto pare congelato in una dimensione museale. Un film ben costruito in superficie che però alla fine non cerca di creare un’intimità formale con il modello che l’ha ispirato.
Murielle Joudet, Le Monde
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Questo articolo è uscito sul numero 1512 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati