Nel nuovo romanzo di NoViolet Bulawayo una nazione lacerata da decenni di regime autocratico sta ancora una volta per dividersi. Cercando di “dimenticare le grida nella loro testa”, i cittadini di Jidada vanno tutti su internet. Al sicuro in questo “altro paese”, inveiscono contro il governo in modi che sarebbero impensabili nelle piazze. Le azioni descritte nel libro sono così familiari, gli eventi così riconoscibili, il dolore così acuto, che è facile intuire che Gloria non è nato come opera di finzione. Il fatto che i personaggi siano animali – con pelliccia, piume, squame e tutto il resto – è quasi incidentale. Prima di scrivere Gloria, Bulawayo stava lavorando a un resoconto del colpo di stato del 2017 che ha posto fine al regno oppressivo durato 37 anni del presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, 93 anni. A sostituirlo è stato Emmerson Mnangagwa, 75 anni, il vicepresidente che Mugabe aveva licenziato in uno dei suoi ultimi atti ufficiali. Mnangagwa, un ex leader militare con un passato brutale e un soprannome feroce, il Coccodrillo, è stato eletto presidente con uno stretto margine nel 2018. Mugabe è morto l’anno successivo. Gloria ripropone questa storia più o meno com’è successa. Ma nel racconto di Bulawayo l’autocrate deposto di Jidada è un anziano stallone a lungo conosciuto come Padre della nazione, ma ora deriso come Vecchio cavallo. In seguito a un colpo di stato senza violenze, il vicepresidente Tuvius Delight Shasha torna da un breve esilio con la promessa di una nuova alba. Tuvy, com’è chiamato, giura di rendere Jidada “di nuovo grande”. In poco tempo si costruisce un seguito da setta religiosa, un nuovo soprannome (il Salvatore) e una reputazione di megalomania, misoginia e corruzione che supera quella del predecessore. Tra i molti punti di forza del nuovo libro di Bulawayo c’è il ritratto dell’esperienza dei jidadani, che è allo stesso tempo unica e universale. I cattivi a quattro zampe del romanzo possono ricordare molti tiranni della vita reale. L’ispirazione più evidente del libro è La fattoria degli animali di George Orwell diventato di tendenza sui social network all’indomani della cacciata di Mugabe: i paralleli tra la fattoria post-rivoluzione e lo Zimbabwe post-golpe erano troppo dolorosi per essere ignorati.
Jake Cline, The Washington Post
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Questo articolo è uscito sul numero 1512 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati