Il romanzo è narrato dalla voce di una giovane, Juno, che cresce in un complesso residenziale nella periferia di Dublino, intorno al 1980. Conosciamo Juno mentre aiuta la madre, sarta part-time, con la prova di un abito da sposa. La casa è in un caos assoluto e il padre alcolizzato è ancora a letto a dormire. La strada di Juno verso la scuola prevede una scorciatoia che passa dietro la chiesa, dove sua sorella Derry è stata aggredita e violentata. Derry se n’è andata di casa poco dopo, di fronte all’orrore della madre per la sua gravidanza. Seán, un ragazzo con i capelli biondi e “il viso di una bella ragazza”, è preso continuamente in giro dai bulli della scuola e Juno, dai capelli rossi, lo difende. Il giorno dopo va a scuola con un occhio nero, perché si è trovata nel posto sbagliato durante un litigio tra i genitori. Ma c’è di peggio. Le madri dei suoi amici non permettono ai figli di giocare con lei e addirittura la madre di Seán le proibisce di avvicinarsi a casa. E poi la madre di Juno è investita da un autobus. Dire che le cose vanno di male in peggio sarebbe un eufemismo. Geary è uno scrittore di talento, ma alla storia di Juno manca la scintilla che dà vita a un libro di memorie d’infanzia e lo rende una lettura indimenticabile.
Alannah Hopkin, Irish Examiner
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Questo articolo è uscito sul numero 1517 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati