Il mare ha una forza misteriosa nell’inquietante opera prima di Aga Woszczyńska. La regista polacca prende di mira l’apatia dell’Europa davanti alle crisi umanitarie attraverso le vicende di una coppia polacca in vacanza in Sardegna. Immerso in un’atmosfera minacciosa, Silent land è un dramma a combustione lenta che attacca il concetto di libertà in una società corrotta che favorisce le élite. Una piscina rotta e un incidente che coinvolge l’operaio che deve ripararla metteranno alla prova il senso etico della coppia. Woszczyńska evoca un’ipnotica inquietudine, disorienta lo spettatore conducendolo in una terra sempre più sinistra. Ma la cosa che colpisce maggiormente è il sobrio parallelismo tra il declino morale della società e la diminuzione delle risorse del pianeta.
Katherine McLaughlin, Sight and Sound
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Questo articolo è uscito sul numero 1518 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati