In Argentina aumentano gli assalti di massa ai supermercati e ai negozi, scrive la Süddeutsche Zeitung. “All’inizio si sono diffusi all’interno del paese, nelle province di Mendoza, Córdoba e Neuquén. Ma ora cominciano a registrarsi episodi gravi anche nella grande area metropolitana della capitale Buenos Aires. Di recente a Moreno, a un’ora di macchina dal centro, un gruppo di dieci persone ha fatto irruzione in un negozio d’abbigliamento. I ladri hanno preso giacche, pantaloni e maglioni, prima di sparire rapidamente. A un paio di isolati di distanza si sono viste scene simili in un supermercato. Secondo la polizia argentina, nella sola giornata del 23 agosto sono stati presi di mira 150 punti vendita”. Gli assalti ai negozi non sono una novità: si ripetono puntualmente ogni volta che i cittadini sono messi in difficoltà da una delle numerose crisi finanziarie che caratterizzano la storia del paese da decenni. Nel 2001, quando Buenos Aires subì uno dei tracolli finanziari più gravi, gruppi di argentini assaltarono anche le filiali delle banche, armati di martelli e altri oggetti e scontrandosi con la polizia. Oggi, dopo l’insolvenza del 2018, è tornato un passato che si sperava sepolto per sempre: l’inflazione ha raggiunto ormai la quota record del 113 per cento, il peso è fortemente svalutato (una banconota da duemila pesos vale appena cinque euro) e soprattutto le finanze statali non si sono mai riprese, nonostante il pacchetto d’aiuti da 57 miliardi di dollari concesso nel 2018 dal Fondo monetario internazionale. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1527 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati