Una ragazza prende un appuntamento. La scena si svolge nel condominio parigino dove vive la madre, custode e addetta alle pulizie. La figlia adora la madre, Victoria, ma questa volta vuole metterla alle strette. Maria, la voce narrante di questo romanzo autobiografico, deve farle una domanda. Ha bisogno di sapere esattamente da dove viene. Questo tête-à-tête è il punto di svolta del libro. Maria ha un compagno, dei figli e una vita di successo, ma un malessere interiore la divora. È forse la vergogna per la sua condizione di figlia d’immigrati spagnoli nella Parigi degli anni ottanta e novanta? Dopo un prologo non del tutto convincente il libro passa a un argomento più duro: l’infanzia misera dei genitori nella Spagna di Franco. Nel bel mezzo di un inverno galiziano, una donna a braccia nude, con la pancia “pronta a esplodere”, ha appena ucciso un polpo con un bastone. Poco dopo Dolores darà alla luce Victoria per poi affidarla a un convento. Quattro anni prima, una prostituta bulimica di Bilbao aveva partorito un maschio, e l’aveva lasciato a un istituto religioso: era Julian, il futuro padre di Maria. Questa storia familiare ci immerge in un cupo periodo post-franchista fatto di menzogne e accordi meschini per preservare l’ordine morale. La narratrice conduce le sue indagini assumendo detective e ricorrendo al test del dna. Il suo è anche un viaggio emotivo attraverso la tenerezza che la lega ai goffi ma amorevoli genitori.
Frédérique Fanchette, Libération

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Questo articolo è uscito sul numero 1533 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati