◆ In Kenya è in costruzione uno dei primi impianti per produrre fertilizzante senza ricorrere alle fonti fossili. Lo stabilimento di Nairobi userà energia solare per estrarre idrogeno dall’acqua e farlo reagire con l’azoto in modo da ottenere ammoniaca. Il prodotto finale sarà usato nei campi della regione circostante. Secondo Bloomberg il progetto può aiutare ad abbattere le emissioni di gas serra, ridurre i costi e limitare la dipendenza dalle importazioni. All’inizio l’impianto produrrà solo una tonnellata di fertilizzante al giorno, ma in seguito potrebbe essere ampliato. Il Kenya sta investendo molto sulla transizione energetica, scrive lo Spiegel. Il paese produce più dell’80 per cento della sua elettricità da fonti rinnovabili, e il governo punta ad abbandonare completamente le fonti fossili entro il 2030. Ma lo sviluppo delle rinnovabili ha dovuto superare molti ostacoli. L’impianto eolico del lago Turkana, composto da 365 turbine, produce il 15 per cento dell’energia elettrica del paese. Per costruirlo è stato spostato un villaggio, che non è ancora allacciato alla rete elettrica. L’incertezza sulla proprietà dei terreni, la burocrazia e la corruzione possono rendere difficile la realizzazione di grandi impianti nella regione. Nonostante i problemi, però, le potenzialità sono enormi, e non solo nel solare e nell’eolico. Un esempio è lo sfruttamento dell’energia geotermica nella Rift valley. L’impianto di Olkaria è in funzione dal 1985, e il know-how accumulato in questi anni potrebbe essere esportato in altri paesi.
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Questo articolo è uscito sul numero 1534 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati