Il giovane pianista svizzero Jérémie Conus non ha scelto una strada facile per il suo disco dedicato a opere rare ma interessanti di Arthur Honegger (1892-1955) e Frank Martin (1890-1974). La produzione pianistica di questi due compositori non è molto nota, ma permette di andare al cuore del loro lavoro. Nei pezzi di Honegger troviamo uno stile molto tedesco, soprattutto nella Toccata e variazioni. Nei Sette pezzi brevi, dei quali solo uno supera i due minuti, c’è una concisione molto francese e il secondo dei Tre pezzi è un omaggio a Ravel. Ma la scrittura rigorosa è chiaramente in debito con la tradizione tedesca. Il caso di Martin è diverso: il suo sguardo è più ampio, come sentiamo nella Fantasia su ritmi flamenco, ispirata dalle musiche dell’America Latina. Lo stile di base è classicamente tonale, ma arriva ad avvicinarsi alla dodecafonia viennese, cosa che gli dà un tono molto personale. Conus, che spiega di avere molto riflettuto sull’identità musicale del suo paese, riesce a trovare un ottimo equilibrio tra il rigore e lo charme. E rivela una personalità potente: svizzera ma mai neutrale.
Jacques Bonnaure, Diapason

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Questo articolo è uscito sul numero 1535 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati