Uno studio pubblicato su Nature sostiene di aver individuato nelle profondità della Terra le tracce dell’impatto con il protopianeta Theia, avvenuto circa 4,5 miliardi di anni fa. I resti di Theia sarebbero conservati in due regioni del mantello, attraverso le quali le onde sismiche viaggiano più lentamente. Le due regioni hanno la dimensione di un continente e si trovano in corrispondenza dell’Africa e dell’oceano Pacifico. Erano state individuate alcuni decenni fa dai sismologi, ma la loro origine era rimasta incerta. L’ipotesi dello studio, sostenuta dalle simulazioni al computer, è che la loro densità sia maggiore delle aree vicine perché sono ricche di ferro, come la Luna, che si sarebbe formata dai resti della collisione. Ora gli autori cercheranno di confermare l’ipotesi dell’impatto, per esempio confrontando le rocce lunari con quelle delle aree più dense all’interno della Terra. I ricercatori inoltre ipotizzano che la formazione di queste anomalie sia una conseguenza comune degli scontri tra protopianeti, e che studiando la struttura interna di altri pianeti sia possibile trovare le tracce di eventi simili. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 121. Compra questo numero | Abbonati