Non sapremo mai il nome del killer protagonista del nuovo sanguinoso e violento thriller di David Fincher.

In compenso, grazie alla sua voce fuoricampo, potremo conoscere a fondo la sua filosofia di vita, le sue regole, e anche la sua strana natura poetica. Michael Fassbender, come antieroe solitario, è sardonico, intenso, concentrato. Fincher dirige il film apparentemente nello stesso modo: è conciso e non lascia per strada nessun difetto narrativo. Ma la sensazione è che non abbia preso abbastanza sul serio l’incarico.
Geoffrey Macnab,
The Independent

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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati