Per la prima volta è stato fatto nascere un primate chimera, cioè composto da cellule con materiale genetico da due o più individui. Nella ricerca sono stati usati embrioni di macaco allo stadio di morula, a cui sono state aggiunte cellule staminali di un donatore. Nei feti risultanti la percentuale di queste cellule era diversa a seconda degli organi, ma in alcuni casi raggiungeva il 90 per cento, un valore molto alto. Nel complesso gli embrioni chimerici si sono sviluppati con difficoltà. Sono stati impiantati in quaranta madri surrogate, ma è nato un solo macaco vivo. Dieci giorni dopo, a causa delle difficoltà respiratorie e di altri problemi di salute, è stato sottoposto a eutanasia. La ricerca ha sollevato vari problemi di tipo etico, anche perché l’animale nato era in cattive condizioni. Una delle possibili cause della mancata crescita degli embrioni potrebbe derivare dallo sfasamento nello sviluppo delle cellule staminali aggiunte e dell’embrione. Lo studio potrebbe essere utile per comprendere le malattie umane. Finora test simili erano stati condotti su topi e ratti, ma le scimmie sono molto più simili agli esseri umani. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1538 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati