◆ L’arcipelago Krakatoa, nello stretto della Sonda tra le isole di Giava e Sumatra, è tutto quello che resta di un grande stratovulcano distrutto da un’eruzione, forse nel quinto secolo dopo Cristo. Il sistema, che fa parte dell’anello di fuoco del Pacifico, è attivo da più di undicimila anni ed è stato responsabile di una delle eruzioni più letali nella storia moderna, che il 27 agosto 1883 scatenò uno tsunami con onde di quaranta metri e provocò la morte di almeno 36mila persone. Le ceneri e i gas emessi nell’atmosfera ebbero un impatto significativo sul clima globale, provocando un abbassamento delle temperature di o,4 gradi. L’evento distrusse quasi completamente l’isola che ospitava il vulcano, di cui rimane solo la parte meridionale, oggi chiamata Rakata.
Circa cinquant’anni dopo, nel centro della caldera cominciò a emergere una nuova isola, chiamata Anak Krakatau (figlio di Krakatoa). Nel 2018 il crollo di una parte dell’isola ha provocato un altro tsunami che ha ucciso più di quattrocento persone sulle coste di Giava e Sumatra.
Il periodo eruttivo più recente è cominciato nel maggio 2021 e si è intensificato alla fine di novembre del 2023, con esplosioni e pennacchi di fumo alti mille metri, come quello visibile in quest’immagine scattata dal satellite Landsat 8. Le autorità indonesiane hanno vietato di avvicinarsi a meno di cinque chilometri dal cratere. –Nasa
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Questo articolo è uscito sul numero 1542 di Internazionale, a pagina 113. Compra questo numero | Abbonati