Il 2023 “è stato un brutto anno per l’Etiopia”, scrive The East African, commentando la notizia che Addis Abeba non ha pagato 33 milioni di dollari d’interessi su un’obbligazione decennale da un miliardo di dollari. Insieme a Zambia e Ghana, l’Etiopia è il terzo paese insolvente in Africa da quando è scoppiata la pandemia di covid-19. Oltre alle difficoltà finanziarie, la crescita etiope è stata ostacolata dalla grave siccità e dall’instabilità che caratterizza il paese, anche dopo l’accordo che ha messo fine al conflitto tra il governo e i ribelli tigrini. Secondo il settimanale, la fine della guerra nel Tigrai potrebbe averne alimentata un’altra nella regione Amhara, dove alcune milizie rifiutano il disarmo. Il 2 gennaio ci sono state nuove tensioni anche con la vicina Somalia, che ha richiamato il suo ambasciatore in Etiopia per consultazioni. All’origine della disputa c’è l’annuncio di un’intesa tra Etiopia e Somaliland (un territorio del nord della Somalia proclamatosi indipendente nel 1991) con cui Addis Abeba ottiene l’accesso al mar Rosso, in cambio del riconoscimento dell’indipendenza della regione. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1544 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati