Olivia è andato fuori catalogo e ci è rientrato diverse volte da quando è uscito per la prima volta nel 1949. Ma è stato riconosciuto come un capolavoro fin dall’inizio. Quest’ultima edizione contiene una nuova introduzione di André Aciman (l’autore di Chiamami col tuo nome) che ben contestualizza la storia del romanzo e il suo impatto immutato. Aciman ammette anche di essersi ispirato a Olivia per il suo libro di maggior successo. È notevole che sebbene fosse molto ben inserita nel circolo di Blooms-bury (era la sorella di Lytton Strachey e la traduttrice di André Gide), Strachey abbia scritto solo questo romanzo e che abbia avuto il coraggio di pubblicarlo solo passati i sessant’anni. Olivia è un romanzo radicato nella vita reale di Strachey: è la storia di una giovane di buona famiglia che, spedita in un prestigioso collegio francese, s’innamora di un’insegnante, mademoiselle Julie. Il sentimento è ricambiato anche se Julie è consapevole del fatto che la loro è una relazione proibita. Ma non è tanto la trama a essere avvincente, quanto la ricchezza del linguaggio, la capacità di analisi di Strachey nell’esplorare i meandri emotivi della sua giovane protagonista. Strachey ci prende per mano aiutandoci a riscoprire la complessità e le contraddizioni del primo amore. Questo romanzo breve e asciutto ha momenti di eccezionale bellezza e profondità, dalle descrizioni di Parigi a quelle delle persone che ruotano intorno alle protagoniste.
Rhea Rollmann, PopMatters
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Questo articolo è uscito sul numero 1547 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati