Artem Priakhin, Sopa Images/LightRocket /Getty

L’ex deputato dell’opposizione liberale Boris Nadeždin ( nella foto ), che lo scorso novembre aveva annunciato di voler sfidare Vladimir Putin alle presidenziali russe di aprile, ha fatto sapere di aver raccolto più di 200mila firme, quasi il doppio delle 105mila necessarie per presentare una candidatura. Come scrive il russo New Times, Nadeždin – che ha più volte criticato il Cremlino e la guerra in Ucraina – “potrebbe essere usato dal regime per capire le reali dimensioni dell’opposizione al conflitto. E, consentendogli di raggiungere il 2 per cento dei voti, per dimostrare alla minoranza che rimane sempre minoranza”. Ma la sua candidatura, scrive il sito lettone Tvnet, “è anche un fatto politico molto serio. Perché per ogni persona che ha firmato per Nadeždin, ce ne sono almeno altre cento che condividono le stesse posizioni pur essendo rimaste a casa. Non si tratta di pensare che Nadeždin possa diventare presidente della Russia. Qui è in discussione la legittimità politica di Putin”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 21. Compra questo numero | Abbonati