Con una buona dose di coraggio, al limite del sacrilegio, James Marsh ha realizzato una biografia hollywoodiana di Samuel Beckett. Cercando d’immaginare cosa ne avrebbe detto lo stesso Beckett, bisogna ammettere che il film, anche se non manca di autocompiacimento, è ben recitato e affronta con verve la storia dello scrittore. Gabriel Byrne è sufficientemente austero e quasi buffo. Ma Aidan Gillen nei panni di James Joyce finisce per rubargli la scena.
Peter Bradshaw, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati