Il mio gatto Jugoslavia è il primo romanzo di Pajtim Statovci, nato in Kosovo e fuggito a due anni con la famiglia in Finlandia nel 1992. Il libro parla di esilio raccontando due storie parallele. I protagonisti sono una ragazza musulmana di nome Emin, sposata con Bajram, un uomo che credeva di amare ma che poi si rivela violento. Come i genitori di Statovci anche loro fuggono dal Kosovo in Finlandia e la storia la racconta il loro unico figlio, Bekim. Una sera, in un locale gay, Bekim conosce un gatto parlante antropomorfo di nome Jugoslavia e ne rimane affascinato nonostante sia come suo padre: omofobo, xenofobo, egoista e violento. Ma proprio come sua madre Bekim lo nutre e lo accudisce. Il romanzo all’inizio è caldo e vivace, ma poi si indurisce fino a diventare glaciale nel momento in cui Bekim e sua madre arrivano, separatamente, a un punto di rottura. Quando pensiamo di esserci lasciati un mondo alle spalle ci accorgiamo invece che stiamo ancora camminando lungo i suoi margini.
Gabrielle Bellot, The New Yorker
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Questo articolo è uscito sul numero 1554 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati