La detective della polizia di Los Angeles Dawn Reed (Deborah Ayorinde) deve indagare su una serie di omicidi in cui le vittime sono orribilmente mutilate. È il 1991, un’epoca in cui la morte di Rodney King ci ricorda che il razzismo è un mostro in piena salute. Come nella prima stagione di questa serie (ambientata negli anni cinquanta), l’orrore riguarda più il razzismo istituzionale che una qualche presenza demoniaca. E come nella prima stagione, Little Marvin e gli altri autori si preoccupano d’inquietare con sensazioni e presentimenti più che far saltare sulla sedia dallo spavento. Decider

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Questo articolo è uscito sul numero 1563 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati