Entro i prossimi vent’anni una nuova generazione di contraccettivi potrebbe arrivare sul mercato. Il primo, una pillola che impedisce ad alcune cellule di accedere alla vitamina A, potrebbe essere in grado di limitare la fertilità senza inondare il corpo di ormoni. Un altro è un’iniezione che blocca temporaneamente l’apparato riproduttore. Il metodo più avanti nei test è un gel topico che dovrebbe causare un’infertilità temporanea se spalmato quotidianamente sulle spalle e sulla parte superiore delle braccia, senza influire sull’umore o sulla libido. “Nel complesso, non abbiamo riscontrato nessun evento avverso grave”, dice la ricercatrice Christina Wang, che ha lavorato al gel.

Questa nuova generazione di trattamenti sarà importante non solo per i suoi innovativi metodi di somministrazione, ma per il suo target: gli uomini. Per decenni gli uomini determinati a gestire la propria fertilità hanno avuto solo due opzioni imperfette, il preservativo o la vasectomia. Ma negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi avanti nello sviluppo di opzioni semplici, comode ed efficaci, e con effetti collaterali praticamente nulli. Presto le donne potrebbero non essere più costrette a sostenere quasi per intero il peso di evitare una gravidanza.

Una migliore contraccezione maschile non sarebbe possibile senza i tanti percorsi scientifici aperti da quella femminile. Ora il controllo delle nascite da parte delle donne, che può avere ancora molti effetti collaterali fastidiosi e a volte rischiosi, potrebbe meritarsi un po’ di sostegno. È vero, la logistica per impedire a un ovulo di uscire dall’ovaia non si sovrappone completamente ai meccanismi per tenere lo sperma lontano dal tratto riproduttivo femminile. Ma tra le due cose “ci sono molte somiglianze”, dice Diana Blithe, che dirige il programma di sviluppo di anticoncezionali dei National institutes of health (Nih) statunitensi. Questo significa che uno può facilmente influire sull’altro. Grazie ai progressi nel campo della contraccezione maschile, i ricercatori potrebbero presto offrire nuove forme di controllo delle nascite che non siano solo più tollerabili, ma anche più personalizzate e meno invasive, e che potrebbero essere usate sia dagli uomini sia dalle donne.

Nei più di sessant’anni passati dall’introduzione della pillola anticoncezionale, l’elenco delle scelte per le donne si è allungato in modo impressionante. Possono optare per metodi di barriera o scegliere tra pillole, cerotti e impianti sottocutanei. Possono fare un’iniezione più volte all’anno o usare un dispositivo intrauterino che può durare fino a dieci anni. “È quasi come essere nel reparto cereali di un supermercato”, dice Amy Alspaugh, infermiera e ricercatrice all’università del Tennessee a Knoxville.

Molti strumenti sono stati migliorati: le spirali e gli impianti ora durano di più e sono più facili da inserire e rimuovere. Il dosaggio degli ormoni è drasticamente diminuito. “In passato davamo alle donne dosi da cavallo di estrogeni e progestinici”, dice Alspaugh. “Ora facciamo in modo che dosi più basse siano comunque efficaci”, riducendo al minimo gli effetti collaterali. Alcuni ricercatori hanno esplorato nuovi metodi come microaghi o microchip che consentirebbero alle donne di regolare a distanza la loro fertilità, un’idea che ha sollevato molte preoccupazioni sulla privacy. Il Population council, una ong con sede a New York, sta studiando un anello vaginale multiuso che oltre a prevenire la gravidanza può rilasciare un antivirale per proteggere chi lo usa dall’hiv, spiega l’endocrinologa Régine Sitruk.

Nel complesso, però, i cambiamenti nella contraccezione femminile sono stati solo incrementali: nuovi ingredienti più che ricette diverse. “Ormai usiamo gli stessi metodi da quasi trent’anni”, dice Heather Vahdat, direttrice esecutiva della Male contraceptive initiative. E molte donne sono insoddisfatte a causa degli inconvenienti e dei rischi. Alcune riferiscono di aumento di peso, acne e sbalzi d’umore o temono il possibile rischio di ictus legato alle pillole ormonali. Altre si lamentano della scomodità dei dispositivi intrauterini. In contesti diversi inserire manualmente un dispositivo nel basso addome senza anestesia probabilmente non sarebbe tollerato, eppure nel caso degli anticoncezionali femminili “lo abbiamo fatto diventare accettabile”, dice il ginecologo Brian Nguyen. I dispositivi non ormonali come preservativi, diaframmi e spermicidi sono facilmente reperibili, ma di solito meno efficaci, e possono comunque avere effetti collaterali. Una maggiore varietà di contraccettivi da usare solo quando si hanno rapporti risparmierebbe alle donne la fatica di dover sopportare inconvenienti per mesi o anni, dice Vahdat.

Da tempo alcuni ricercatori sostengono che nella contraccezione femminile gravi effetti collaterali sono considerati sopportabili. Le donne, dopotutto, devono confrontare questi costi con quelli di una gravidanza, una condizione che può anche avere complicazioni letali. Gli uomini, invece, usano i contraccettivi per evitare la gravidanza di un’altra persona.

Ho chiesto a Vahdat se il tipo di effetti collaterali degli anticoncezionali femminili attualmente disponibili supererebbe l’esame in quelli maschili in fase di sperimentazione. “Sulla base dei precedenti”, mi ha detto, “penso di no”. Molti esperti concordano. Nel 2011 uno studio internazionale su un contraccettivo ormonale iniettabile per uomini è stato interrotto quando un comitato indipendente ha stabilito che gli effetti collaterali “superavano i potenziali benefici”. Gli eventi avversi includevano sbalzi d’umore e depressione, entrambi comuni nelle donne che usano anticoncezionali. Eppure la maggior parte dei partecipanti ha affermato di voler continuare a usare il farmaco. Negli ultimi anni Nguyen ha sentito molti uomini citare le esperienze negative delle loro partner come il motivo che li ha convinti a partecipare alle sperimentazioni. “Vedono il rischio per la propria compagna come un rischio per loro”, dice.

I severi standard sugli anticoncezionali maschili potrebbero innalzare l’asticella anche per quelli femminili. Progressi simili sono già in arrivo. I ricercatori stanno cercando di formulare un contraccettivo topico per gli uomini con una dose di testosterone naturale unito alla progestina, che blocca la produzione di sperma. L’idea è replicare quello che succede naturalmente nel corpo degli uomini per ridurre al minimo gli effetti collaterali. Molti contraccettivi ormonali femminili, invece, si basano su un composto sintetico chiamato etinilestradiolo, che imita in modo incompleto gli estrogeni prodotti dal corpo delle donne e sembra aumentare la possibilità di coaguli di sangue. Il Population council sta lavorando a un altro tipo di anello vaginale che sostituisca l’etinilestradiolo con ormoni più compatibili con la biologia femminile.

Da sapere
Metodi contraccettivi usati dalle donne tra i 15 e i 49 anni nel 2019, percentuale (fonte: Nazioni Unite)

Più flessibilità

Altri dispositivi potrebbero essere più complicati da realizzare. Per esempio, i ricercatori sperano di poter offrire agli uomini una vasectomia più facilmente reversibile, in cui un idrogel solubile o rimovibile viene inserito nel dotto deferente. Invece chiudere temporaneamente le tube di Falloppio è molto più difficile. Inoltre, mentre lo sperma è prodotto costantemente, gli ovuli vengono rilasciati in base a un ciclo che può essere difficile da prevedere, il che può complicare anche il controllo degli effetti collaterali, spiega Nguyen. Gli interventi mirati sono più facili da eseguire sui testicoli che sulle ovaie, e il loro successo è più facile da verificare: gli uomini possono controllare il numero di spermatozoi con un test simile a quelli per il covid, mentre per le donne non esiste nulla di simile, dice Wang. E poiché la produzione dello sperma richiede mesi, i contraccettivi ormonali maschili potrebbero non creare problemi se si salta un giorno di trattamento, a differenza delle pillole per le donne che tendono a essere meno flessibili, dice il ricercatore Mitchell Creinin.

La difficoltà di controllare gli ovuli, tuttavia, non è un problema insormontabile. Il concepimento non può avvenire se l’ovulo e gli spermatozoi non si incontrano, quindi quasi tutti i farmaci progettati per ostacolarne la funzionalità o la motilità potrebbero fare la loro parte nel tratto riproduttivo femminile. Il Population council sta lavorando a un prodotto che modifica l’acidità della vagina per impedire allo sperma di muoversi al suo interno, dice Sitruk-Ware. E Deborah Anderson, un’immunologa dell’università di Boston, sta studiando una pellicola solubile imbevuta di anticorpi che bloccano gli spermatozoi, da inserire nella vagina prima del rapporto sessuale e in grado di garantire la contraccezione per uno o due giorni, dice. Un paio di farmaci in fase di sperimentazione per gli uomini potrebbero un giorno essere commercializzati in una qualche forma anche per le donne: tra questi ce n’è uno che blocca la motilità degli spermatozoi e che potrebbe, anche questo, essere usato nel tratto riproduttivo femminile.

Ora che tanta attenzione è rivolta alle preferenze contraccettive degli uomini, alcuni ricercatori temono che i bisogni delle donne siano messi da parte. Jeffrey Jensen, che si occupa di contraccezione all’Oregon health & science university, dice che mentre i finanziamenti per i metodi maschili continuano ad avere il via libera, negli ultimi anni il suo team ha dovuto sospendere alcuni progetti sulla contraccezione femminile per mancanza di fondi. “Le autorità pensano che questo filone di ricerca sia esaurito”, commenta. Sitruk-Ware racconta che lo sviluppo di un gel contraccettivo topico per le donne è stato interrotto perché i finanziatori erano più interessati al gel per gli uomini.

Tuttavia è improbabile che la contraccezione maschile smorzi l’interesse delle donne per i dispositivi pensati per loro, dice Allison Merz, una ginecologa dell’Università della California a Francisco. Semmai, quando questi prodotti ultrasicuri e ultraefficaci arriveranno sul mercato, scateneranno ulteriori discussioni sulla contraccezione femminile e faranno sorgere più interrogativi sul perché la comodità e la tollerabilità non siano state una priorità per le opzioni femminili fin dall’inizio. ◆ bt

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Questo articolo è uscito sul numero 1565 di Internazionale, a pagina 62. Compra questo numero | Abbonati