Questo piccolo ma brillante romanzo, vincitore del Prix du livre inter 2023, racconta la conquista dell’Algeria. È un testo breve in cui ogni parola sembra attentamente soppesata. Fin dalle prime pagine siamo colpiti dalla lingua asciutta e poetica di Mathieu Belezi, scrittore francese che vive in Italia. Attaccare la terra e il sole descrive la vita quotidiana di Stéphanie, una colona giunta in Algeria negli anni quaranta con il marito, i figli e i cognati. Non c’è nessuna ideologia in questa donna, si accontenta di seguire l’invito delle autorità francesi che promettono una terra vergine da sfruttare. Ma le speranze presto vengono deluse: quel paradiso che il governo gli ha promesso è lontanissimo e loro si trovano ammucchiati in tende militari in un buco sperduto che l’esercito ha il coraggio di chiamare una colonia agricola. La delusione sarà ancora peggiore per un soldato francese che è l’altro personaggio centrale del romanzo. Lui crede di essere stato spedito laggiù per partecipare alla “pacificazione” del paese. Così i suoi superiori gli avevano descritto l’operazione (evidentemente Vladimir Putin non si è inventato nulla). In realtà assisterà alle più efferate atrocità e vi prenderà parte in una sorta di ebbrezza di violenza. Il suo editore paragona Mathieu Belezi a William Faulkner e si capisce perché: in questo romanzo sentiamo il fango, la miseria e l’ignoranza di un mondo capace di infliggere tormenti di questo tipo.
Alexandra Schwartzbrod, Libération

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Questo articolo è uscito sul numero 1567 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati