Le forze di difesa australiane sono in crisi. Solo l’80 per cento dei 69mila effettivi necessari per affrontare le sfide future si è arruolato, scrive The Conversation. Le ragioni fondamentali sono due: la bassa disoccupazione e la percezione che nel settore privato ci siano opportunità, condizioni di lavoro e prospettive future migliori. Inoltre, continua il sito, la generazione Z è meno propensa a identificarsi con la nazione e a lottare per difenderla. Per questo il governo ha annunciato che aprirà l’arruolamento ai cittadini neozelandesi, canadesi, statunitensi e britannici che vivono da almeno un anno in Australia. “È un tempo sufficiente perché un individuo sviluppi un legame con l’Australia e si identifichi con i civili che dovrà proteggere?”, si chiede Asia Times. In realtà diversi studi hanno dimostrato che i militari professionisti, ovunque, tendono ad avere un certo distacco rispetto alla popolazione civile. E che quando sono pronti a sacrificarsi sul campo lo fanno più per i compagni d’armi o per emulazione e meno per gli ideali patriottici.
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Questo articolo è uscito sul numero 1567 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati