Il 9 giugno, un’ora prima dell’insediamento di Narendra Modi per un terzo mandato al governo dell’India, nel territorio del Jammu e Kashmir nove pellegrini indù sono morti in un attentato a Reasi. Il pullman su cui viaggiavano è stato attaccato da miliziani armati, ma nessun gruppo ha rivendicato l’attentato. Nel 2019 Modi ha tolto l’autonomia allo stato indiano a maggioranza musulmana, provocando rabbia e malcontento.
Senza regole comuni
La mancanza di regole comuni nell’uso dell’intelligenza artificiale (ia) tra i paesi asiatici sta mettendo in crisi le aziende tecnologiche del settore, scrive Nikkei Asia. Mentre nell’Unione europea nei prossimi mesi entrerà in vigore una legge comunitaria, i paesi asiatici hanno finora esitato a cercare regole condivise, preferendo misure adattate alle esigenze politiche nazionali. Il rischio è la creazione di un campo minato per le aziende, che potrebbero doversi misurare con decine di regolamenti diversi. La Cina è stato il paese più attivo nello stabilire linee guida su algoritmi, deep fake e contenuti usati dai software di intelligenza artificiale, mentre altri paesi si sono limitati ad approvare leggi generiche sulla tecnologia, senza riferimenti specifici all’Ia. I primi tentativi di regolamentazione sono in corso anche in Giappone, Corea del Sud e Singapore, paesi sempre cauti nell’intervenire nei settori all’avanguardia per non scoraggiare gli investimenti privati. Ma la mancanza di norme condivise potrebbe avere un altro effetto per i paesi della regione: un minor peso nel dibattito globale sull’ia. ◆
Proteggere chi fugge
Il 10 giugno è entrata in vigore una legge che faciliterà l’espulsione degli immigrati senza documenti dal Giappone. Finora chi chiedeva lo status di rifugiato, nell’attesa non rischiava l’espulsione, e se la domanda era respinta poteva ripresentarla un numero illimitato di volte. Ora invece rischia il rimpatrio anche mentre aspetta una risp osta o dopo la seconda domanda respinta. “Bisogna rispettare il diritto degli stranieri a ottenere protezione”, scrive il Mainichi Shimbun in un editoriale. “Il Giappone ha delle regole troppo rigide per il riconoscimento dei rifugiati e ci sono stati casi in cui lo status è stato accordato solo dopo ripetute richieste. Inoltre è necessario che le domande siano valutate in modo indipendente e non dalla stessa agenzia che regola gli ingressi e i soggiorni”. Nella foto proteste dopo l’approvazione della legge.
Un milione di maori
Secondo l’ultimo censimento, i maori neozelandesi sono un milione. Un risultato storico se si pensa che nel 1890 erano rimasti in 42mila, decimati dall’arrivo dei coloni che fecero aumentare povertà e mortalità portando malattie, guerre ed espropri, scrive Te Ao Māori News.
Mancano le reclute
Le forze di difesa australiane sono in crisi. Solo l’80 per cento dei 69mila effettivi necessari per affrontare le sfide future si è arruolato, scrive The Conversation. Le ragioni fondamentali sono due: la bassa disoccupazione e la percezione che nel settore privato ci siano opportunità, condizioni di lavoro e prospettive future migliori. Inoltre, continua il sito, la generazione Z è meno propensa a identificarsi con la nazione e a lottare per difenderla. Per questo il governo ha annunciato che aprirà l’arruolamento ai cittadini neozelandesi, canadesi, statunitensi e britannici che vivono da almeno un anno in Australia. “È un tempo sufficiente perché un individuo sviluppi un legame con l’Australia e si identifichi con i civili che dovrà proteggere?”, si chiede Asia Times. In realtà diversi studi hanno dimostrato che i militari professionisti, ovunque, tendono ad avere un certo distacco rispetto alla popolazione civile. E che quando sono pronti a sacrificarsi sul campo lo fanno più per i compagni d’armi o per emulazione e meno per gli ideali patriottici.
Thailandia Essere in possesso di più di una dose di metanfetamina sarà considerato un reato e farà perdere il diritto alla riabilitazione, un’alternativa alla pena finora possibile per chi aveva con sé fino a quattro dosi.
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