Il governo spagnolo ha avviato l’iter per introdurre una norma sulla protezione dei minori nella sfera digitale. La legge sulla tutela dell’infanzia del 2021 indicava già la necessità di rendere sicuro l’ambiente digitale, ma la sua evoluzione richiede un adeguamento costante della lista di azioni da considerare illegali. Il disegno di legge ne introduce di nuovi, come l’uso d’immagini di minori per fini sessuali attraverso i deep fake, il grooming o il ricorso a false identità per l’adescamento, insieme a misure precauzionali come gli ordini restrittivi virtuali. Sono azioni necessarie, anche se è probabile che quando la legge entrerà in vigore ci saranno già altri fenomeni che sfuggono al controllo.

Il disegno di legge vorrebbe rispondere anche ai timori per la dipendenza dei minori dagli schermi, attraverso l’educazione digitale e misure di controllo parentale. La prima affronta alla radice il conflitto tra le infinite potenzialità offerte dalle tecnologie nell’accesso alla conoscenza, alla socialità, all’intrattenimento e alla creatività e i rischi legati a un consumo eccessivo, all’erosione della capacità di concentrazione e alle nuove forme di pressione sociale, disinformazione e radicalizzazione.

Quanto ai meccanismi di controllo parentale proposti, ci sono diversi punti deboli. I genitori, infatti, sono spesso i primi responsabili dell’accesso prematuro dei figli a queste tecnologie, senza supervisione né indicazioni su come usarle. Sperare che fornirgli nuovi strumenti li spinga a un controllo più responsabile è ottimistico. Così come contare sulla collaborazione dei produttori di dispositivi e dei gestori di piattaforme, la cui precisa intenzione è creare dipendenza. In teoria si potrebbe controllare l’identità degli utenti e i servizi a cui accedono, aprendo però la porta a un accesso alla sfera personale carico di rischi. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1567 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati