◆Il 25 giugno la corte suprema israeliana ha ordinato di arruolare gli studenti ultraortodossi delle yeshiva, le scuole religiose, che finora erano esentati dal servizio militare. La sentenza arriva mentre il parlamento sta esaminando un progetto di legge per introdurre gradualmente la leva obbligatoria anche per gli ultraortodossi, che finora potevano evitarla dedicandosi allo studio dei testi sacri dell’ebraismo. Questa esenzione era stata introdotta nel 1948 da David Ben Gurion, fondatore dello stato d’Israele (nella foto: una protesta degli ultraortodossi contro la leva a Bnei Brak, in Israele, il 20 giugno 2024).

◆In un’intervista rilasciata il 23 giugno a Channel 14, la prima a una tv israeliana dall’inizio della guerra, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che l’operazione dell’esercito nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, finirà presto e sarà l’ultima grande offensiva della guerra. Questo non significa però che la guerra sta per finire, ha precisato: continuerà finché Hamas non sarà completamente sconfitto. Netanyahu ha aggiunto che, con la fine delle operazioni a Rafah, le truppe potranno essere riposizionate alla frontiera con il Libano per affrontare un eventuale conflitto con Hezbollah. Gli scontri al confine tra Israele e Libano continuano e decine di migliaia di persone sono state allontanate dalla zona su entrambi i lati della frontiera.

◆Proseguono anche i bombardamenti israeliani in varie aree della Striscia di Gaza, dove la situazione umanitaria è sempre più catastrofica. Gli sfollati soffrono di malattie respiratorie e cutanee a causa dei cumuli di rifiuti e si teme la diffusione di infezioni letali.

◆Un’inchiesta condotta dal collettivo investigativo Forbidden Stories e pubblicata su vari giornali internazionali il 25 giugno denuncia che, dall’inizio della guerra a Gaza, sono stati uccisi più di cento giornalisti.

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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati