Protestinphotobook è una piattaforma dedicata alle proteste nel mondo viste attraverso i libri fotografici. Curata dal fotografo e studioso Luciano Zuccaccia, raccoglie una serie di volumi, oltre a recensioni e interviste, con l’obiettivo di mostrare la ricca produzione internazionale di queste opere e stimolare la riflessione e il dibattito sul tema. Dal lavoro portato avanti con Protestinphotobook è nato il libro ­W la libertad (Postcart 2024), curato da Zuccaccia e dal fotografo Federico Montaldo, in cui sono state selezionate immagini scattate da fotografe e fotografi da tutto il mondo, documentando storie spesso sconosciute.

Ci sono le immagini di Marcelo Montecino scattate in Cile negli anni della dittatura, quelle di Kazuo Kitai durante le proteste del sessantotto in Giappone, e quelle di Robert Dunn che ha seguito il movimento Occupy Wall street a New York. Accanto a ogni foto si racconta il suo contesto e il modo in cui lavoravano i fotoreporter.

“Questo tipo di fotografia non è mai stato facile né remunerativo, ma i fotografi avevano una passione che li faceva andare oltre; alcuni erano perfino militanti all’interno dei movimenti che documentavano ”, spiegano i curatori. ◆

Porto di Durazzo, Albania, 1991. “Da lontano si scorgevano solo le teste delle persone, con lo sguardo rivolto all’Italia”, racconta il fotografo Gani Xhengo. (Gani Xhengo)
Il 28 agosto 1985 migliaia di persone partirono da diversi punti di Città del Capo, in Sudafrica, per marciare verso la prigione dove era detenuto Nelson Mandela, il leader del movimento contro l’apartheid, condannato all’ergastolo. Quel giorno la polizia antisommossa uccise ventotto persone. Il fotografo sudafricano Gideon Mendel si trovava tra i manifestanti: “Come fotografo giovane e inesperto stavo cercando di dare un senso a quel periodo turbolento”. (Gideon Mendel)
Il fotografo Robert Dunn nel 2011 è andato a Zuccotti park, a Manhattan, nell’accampamento di Occupy Wall street, per documentare la vita quotidiana delle persone che ci vivevano. Occupy Wall street è stato un movimento di contestazione pacifica contro il capitalismo finanziario. “In quel parco cittadino c’erano sempre momenti di energia e gioia. Penso soprattutto alla foto di un ragazzo barbuto con una camicia arancione, in piedi, con le braccia alzate, che si immerge nei raggi del sole”, racconta Dunn. (Robert Dunn)
Il 3 giugno 1989 il fotografo Dario Mitidieri si trovava a Pechino, in Cina, per documentare le proteste antigovernative che andavano avanti già da un mese. Quella sera a piazza Tienanmen tra la folla e il caos si trovò davanti un ragazzo con la testa insanguinata, che era stato colpito dalla polizia intervenuta per fermare i manifestanti. (Dario Mitidieri)
Enrico Berlinguer davanti alla sede della Fiat, Lingotto, Torino, 1980. La fotografa torinese Paola Agosti ha ritratto il segretario del Pci mentre ascolta un rappresentante sindacale durante le manifestazioni scoppiate dopo che l’amministratore delegato dell’azienda Cesare Romiti ha annunciato licenziamenti e cassa integrazione per migliaia di operai. (Paola Agosti)
Tokyo, 1964. Kazuo Kitai è uno studente universitario. Nel 1964 fotografa le proteste a cui partecipa insieme ai suoi compagni di studi contro l’ingresso di un sottomarino statunitense nella base navale di Yokosuka, a sud di Tokyo. Kitai decide però di fare “brutte foto”: ritrae i soggetti fuori fuoco, usa pellicole rovinate, considerando quegli errori come un effetto artistico. (Kazui Kitai)
Durante il G8 del 2001 i fotografi erano tanti, da tutto il mondo. Luca Nizzoli Toetti era nel corteo del primo giorno, quando ancora la situazione sembrava tranquilla. All’improvviso è stato attratto dagli applausi della folla a un ragazzo arrampicato sopra l’insegna di una tabaccheria. (Luca Nizzoli Toetti)
Il 13 settembre 1973 il fotografo Marcelo Montecino arrivò davanti al palazzo della Moneda, a Santiago del Cile, sede del governo. Aveva approfittato della revoca del coprifuoco imposto dai militari che, due giorni prima, avevano rovesciato il governo democratico di Salvador Allende. Lì, catturò il momento in cui una coppia si abbracciava davanti al palazzo distrutto. (Marcelo Montecino)
Il libro

W la libertad (Postcart 2024) è un libro curato da Federico Montaldo e Luciano Zuccaccia. Raccoglie le immagini scattate da ventidue fotografi e fotografe, tra cui Robert Lebeck, Kazuo Kitai, Aurelio Gonzáles, Marcelo Montecino, Tano D’Amico, Paola Agosti e Gideon Mendel.


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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 62. Compra questo numero | Abbonati