◆ Il 23 luglio 2024 Hamas ha annunciato di aver firmato a Pechino un accordo di “unità nazionale” con altre organizzazioni palestinesi, tra cui il partito rivale Al Fatah. Secondo il governo cinese l’accordo prevede un’amministrazione congiunta per il dopoguerra. I rappresentanti di quattordici gruppi palestinesi avevano raggiunto la capitale cinese alcuni giorni prima, su invito del governo, per lavorare a un’intesa. Middle East Eye ricorda che in passato ci sono stati diversi tentativi di riconciliazione tra Hamas e Al Fatah, in contrapposizione da decenni. Ma il riavvicinamento è stato accelerato dall’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. Le parti si erano già incontrate in Cina ad aprile.

◆Il 22 luglio il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è partito per Wash­ington, dove ha incontrato il presidente statunitense Joe Biden e il 24 luglio ha tenuto un discorso davanti al congresso. Insieme al Qatar e all’Egitto, gli Stati Uniti cercano di rilanciare i negoziati per un cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Prima di partire Netanyahu ha annunciato di aver autorizzato l’invio di una nuova delegazione per discutere l’accordo. The Times of Israel precisa che ad accompagnare il primo ministro nel viaggio c’erano sua moglie Sara, Noa Argamani, rapita da Hamas il 7 ottobre e liberata a giugno in un’operazione dell’esercito israeliano, e il fratello di Oron Shaul, ucciso durante la guerra del 2014 e il cui corpo è trattenuto da allora dal gruppo palestinese. Alcuni familiari degli ostaggi hanno pubblicamente respinto l’offerta di partecipare al viaggio, accusando Netanyahu di anteporre il discorso al congresso degli Stati Uniti alla sorte dei loro cari.

◆Intanto l’esercito israeliano prosegue la sua offensiva nella Striscia di Gaza, in particolare nelle zone su cui aveva annunciato di aver ripreso il controllo. Il 22 luglio l’esercito ha ordinato alla popolazione di lasciare l’est di Khan Yunis, la più grande città del sud del territorio, e di andare verso ovest, in direzione dell’area di Al Mawasi, definita da Israele come zona sicura per gli sfollati e bombardata dieci giorni prima. Tareq Abu Azzoum, che si trova nel centro della Striscia di Gaza, ha scritto su Al Jazeera che mentre migliaia di palestinesi fuggivano nel panico, i bombardamenti israeliani hanno ucciso almeno settanta persone. È la terza offensiva di Israele su Khan Yunis.

◆Il 19 luglio la Corte internazionale di giustizia (Cig), il più alto tribunale delle Nazioni Unite, ha giudicato “illegale” l’occupazione israeliana dei territori palestinesi cominciata nel 1967. Il parere della corte non è vincolante, ma potrebbe aumentare la pressione su Israele per mettere fine alla sua offensiva nella Striscia di Gaza. L’assemblea generale dell’Onu il 31 dicembre 2022 aveva chiesto alla Cig di esprimersi con un “parere consultivo” sulle “conseguenze giuridiche derivanti dalle politiche e dalle pratiche d’Israele nei Territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est”. L’autorità nazionale palestinese ha definito “storica” la decisione, chiedendo a Israele di mettere fine all’occupazione e alle colonie. In un articolo sul quotidiano panarabo The New Arab, il politico, scrittore e attivista Mustafa Barghouti scrive che la decisione della corte conferma che “Israele sta mettendo in atto un sistema di apartheid contro i palestinesi”. Questo fornisce una “forte base giuridica” per una “campagna globale” contro Israele, che dovrebbe coinvolgere i movimenti della società civile, primo tra tutti il Bds (Boicottaggio, disinvestimento, sanzioni), e “parallelamente all’impatto e alla forza della resistenza palestinese” potrebbe “creare uno spostamento negli equilibri di potere a favore del popolo palestinese”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1573 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati