◆ “Qualcosa non va negli oceani del mondo”, scrive New Scientist. Dalle fioriture di alghe arancioni nel mare del Nord fino alla scomparsa dell’acqua di fondo dell’oceano Antartico, sono molti gli indizi che le temperature troppo alte stanno sconvolgendo gli ecosistemi marini. Le masse d’acqua del pianeta hanno assorbito gran parte del riscaldamento provocato dalle emissioni di gas serra dovute alle attività umane. “Si stima che circa il 90 per cento del calore in eccesso intrappolato nell’atmosfera dall’inizio della rivoluzione industriale sia stato assorbito dagli oceani”, scrive il settimanale britannico. Tra il 1993 e il 2022 la temperatura media di superficie è aumentata di circa 0,42 gradi per decennio. Nel 2023 l’aumento è stato di 0,28 gradi in cinque mesi. Gli effetti negativi sono tanti. Tra il gennaio del 2023 e il maggio del 2024 sono stati registrati episodi di sbiancamento delle barriere coralline in tutti gli oceani del pianeta. Alcuni fenomeni dovuti al riscaldamento sono più difficili da comprendere. La proliferazione di alghe tossiche al largo della Florida, per esempio, ha provocato l’avvelenamento di diverse specie di pesci. Le temperature elevate possono anche modificare le correnti oceaniche e favorire la formazione di uragani e tempeste. La destabilizzazione degli oceani è una grave minaccia per l’umanità, avverte New Scientist. Per evitare una catastrofe si dovrebbe ridurre lo stress a cui sono sottoposti i mari, limitando l’inquinamento chimico, la pesca eccessiva e altre attività dannose.

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Questo articolo è uscito sul numero 1577 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati