Questo album è un’antologia di due secoli di danze per pianoforte. Soprattutto ci sono due tesori di Ravel allo specchio: le Valses nobles et sentimentales (1911), con la loro dolce ma tristissima nostalgia per un passato mitico, poi, quasi dieci anni dopo, La valse. La guerra mondiale era finita e nel 1919 fu Diaghilev a proporre al compositore francese un balletto su un argomento vago come “la vita viennese”. Il contrasto è brutale. Ravel denuncia una società impazzita, un’attività isterica e la catastrofe finale. Anna Vinnitskaja prima c’immerge brillantemente nel paradiso del 1911. Poi, per contrasto, ci espone alla disperazione del 1919: un viaggio dall’impressionismo all’espressionismo. Tra questi due lavori ci sono Puppentänze, sei danze di Šostakovič, note a margine della sua musica per i film d’animazione, e Zirkustänze di Jörg Widmann, suggestive poesie su temi quasi schumanniani, ma con accenti terribili nella Melodia ebraica o eleganti nel Boogie woogie. Due valzer davanti alla morte, sei danze per bambini e dieci poesie per adulti in un disco essenziale.
Félix de Azúa, Scherzo
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Questo articolo è uscito sul numero 1577 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati