Ogni anno migliaia di persone provano a raggiungere l’Europa dall’Africa attraverso la rotta del Mediterraneo che va dalla Libia alle coste italiane.

Nell’estate del 2016, il fotografo spagnolo César Dezfuli ha passato tre settimane a bordo della Iuventa, una nave usata per il soccorso in mare dalla ong tedesca Jugend Retter. Il 1 agosto di quell’anno 118 persone che viaggiavano su un gommone sono state salvate mentre erano alla deriva a venti miglia nautiche dalle coste libiche.

In quell’occasione Dezfuli ha fotografato tutti i passeggeri dell’imbarcazione pochi minuti dopo il salvataggio, ritraendo i loro volti molto da vicino, con l’obiettivo di dare dei nomi a chi aveva vissuto quella tragedia e documentare le loro storie da una prospettiva diversa, rivendicando quelle identità che spesso restano solo dei numeri. Poi ha deciso di andare oltre quegli scatti per documentare cosa avevano fatto i migranti dopo il salvataggio e li ha rintracciati.

Per il suo progetto intitolato Passengers, che è ancora in corso, ha ascoltato le loro storie. Gli ha chiesto cosa li aveva spinti a partire e come sono stati accolti in Europa. Dai loro incontri Dezfuli ha capito che molti erano partiti a causa della situazione politica del loro paese, altri per motivi economici oppure per fuggire da epidemie, guerre e violenze familiari. In altri casi sono stati spinti dal desiderio di cambiare vita e conoscere il mondo. Alcune scelte sono state affrontate con cautela, altre sono state più istintive.

“Secondo le testimonianze la tappa in Libia è quella che spesso ha lasciato più cicatrici. Ma anche la vita in Europa non è semplice, il percorso di richiesta di documenti prevede lunghe attese nei centri di accoglienza, e la ricerca di un lavoro e un posto dove vivere dipende dalla regolarizzazione della loro situazione”, ha raccontato il fotografo. Affrontano discriminazioni e isolamento. A volte li aiuta il fatto di conoscere delle lingue europee, altre i contatti nel paese d’arrivo, altre volte solo il caso.

Il lavoro di Dezfuli sarà in mostra al PhEST, il festival internazionale di Monopoli, in Puglia, dal 30 agosto al 3 novembre 2024.◆

Aryane, Guinea. A sinistra, 1 agosto 2016, mar Mediterraneo, Libia; a destra, 2 luglio 2021, Bologna, Italia. In Libia Aryane è stato ferito da un proiettile. È sopravvissuto grazie ad alcuni amici che l’hanno fatto imbarcare su una nave. È stato curato e accolto in un centro per migranti a Bologna. Lavora come traduttore e barista. Si è sposato nel 2022 in Guinea
Il matrimonio di Aryane e Bynta a Conakry, in Guinea, 2022
La famiglia di Aryane in Guinea, 2022
Alpha, Guinea. A sinistra, 1 agosto 2016; a destra, 8 febbraio 2019, Ramacca (Catania), Italia
Alpha e la moglie Sofia, il 7 febbraio 20219 a Ramacca con un’ecografia fatta durante la gravidanza di Sofia. Alpha ha deciso di partire per l’Europa a causa delle discriminazioni subite in Guinea per la sua appartenenza al popolo nomade dei peul e per problemi in famiglia. Pochi mesi dopo il suo arrivo ha conosciuto Sofia a un laboratorio di teatro organizzato dal centro per migranti dove era ospitato con degli studenti italiani. È riuscito a ottenere un permesso di soggiorno umanitario di due anni. Dopo aver provato a vivere in Germania, è tornato in Italia dove ha sposato Sofia nel 2018. Hanno due figli. Lavora come pizzaiolo a Ramacca.
Amadou, Mali, 1 agosto 2016
Barcellona, Spagna, 1 luglio 2021. Amadou ha vissuto due anni in un centro di accoglienza in Sicilia. La sua domanda d’asilo è stata respinta, così è arrivato a Barcellona dove ha seguito lezioni di spagnolo e corsi di informatica e idraulica. Nel 2022 ha ottenuto la protezione umanitaria e potrà restare in Spagna per cinque anni.
Abdoul, Senegal, agosto 2016
Elche, Spagna, 21 agosto 2020. Abdoul ha perso il padre quando aveva dieci anni. Ha deciso di venire in Europa per costruirsi un futuro migliore. In Italia ha lavorato nel centro per migranti dove viveva, ma non lo pagavano. Dopo il rifiuto della domanda di asilo, è partito per la Francia e poi è arrivato in Spagna. Lavora in una serra agricola in attesa del permesso di soggiorno.
Alpha Oumar, Guinea; a sinistra, 1 agosto 2016; a destra, 6 febbraio 2012, Palagiano (Taranto), Italia
Nella casa che Alpha Oumar condivide con altre cinque persone a Palagiano. Alpha Oumar ha studiato fino all’età di vent’anni, sogna di diventare giornalista. Quando la sua domanda d’asilo è stata respinta ha chiesto a un avvocato del centro in cui alloggiava di seguire il suo caso ed è riuscito a ottenere prima il permesso di soggiorno e poi l’asilo. Ora raccoglie clementine nel sud Italia. A volte scrive ancora, ma solo per se stesso. Si è sposato nel 2019, durante l’unico viaggio che ha fatto finora in Guinea, con una ragazza che conosce da quando erano bambini. Oumar sta cercando di portarla in Italia e spera di poter continuare gli studi.
Abdul, Guinea, 1 agosto 2016
La famiglia di Abdul in Guinea , gennaio 2022. Pochi mesi dopo il suo arrivo in Italia, all’età di 19 anni, Abdul si è ammalato. Un giorno è svenuto nel centro di accoglienza nel sud Italia dove alloggiava ed è stato portato in ospedale. Il ricovero è durato due anni. Nessuno sa di quale malattia sia morto, nemmeno i suoi genitori.
Haruna, Guinea, 1 agosto 2016
Haruna nel suo alloggio a Neumünster, in Germania, 12 settembre 2021. Haruna è partito giovanissimo insieme al fratello. Non avevano soldi né un piano. Per due anni hanno vissuto in un centro per migranti in Sicilia. Poi ha viaggiato tra Francia, Paesi Bassi e Danimarca fino a essere trattenuto in un centro per minori in Germania. Sta studiando tedesco.
La mostra e il festival

◆ Il progetto Passengers di César Dezfuli sarà esposto a Monopoli, in Puglia, nell’ambito di PhEST, il festival internazionale di fotografia e arte, dal 30 agosto al 3 novembre 2024. Il tema di questa nona edizione è il sogno, per celebrare l’anniversario dei cento anni dalla nascita del surrealismo. In programma una mostra dedicata a Man Ray, uno dei maggiori esponenti del movimento, curata dal direttore artistico Giovanni Troilo e da Roberto Lacarbonara. Tra gli altri autori e autrici esposti ci sono Nariman Darbandi, Gauri Gill & Rajesh Vangad, Matthias Jung, Michalina Kacperak, Natalie Karpushenko e Lisa Sorgini. Tra le vie e le piazze saranno allestite mostre fotografiche curate da Arianna Rinaldo e di arte contemporanea curate da Roberto Lacarbonara. Inoltre sono previste letture portfolio, incontri, visite guidate e concerti.


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Questo articolo è uscito sul numero 1577 di Internazionale, a pagina 58. Compra questo numero | Abbonati