Ci vogliono determinazione e disciplina per diventare un buon pugile professionista. E sono necessarie le stesse qualità per scrivere un libro immediato, forte e insinuante come questo debutto ambientato nel mondo del pugilato femminile. Le giovani protagoniste hanno guidato a lungo per essere a Reno, al campionato under 18. Alcune hanno dormito in auto. Il romanzo segue otto di loro, gara dopo gara, in capitoli divisi in brevi sezioni. Il diagramma degli incontri di un torneo, se girato, può sembrare un albero geneaolgico, anche se le atlete non sono imparentate tra di loro. A volte sono ancora delle bambine, ma l’autrice riesce a evidenziare cosa le avvicina. Poche ragazze vengono da famiglie unite, almeno alcune di loro erano il genere di bambine “che per i compagni non meritavano di vivere”. Hanno tutte qualcosa da dimostrare. Uno dei punti di forza di questo romanzo è che non si chiede mai chi vince o chi perde, non è una narrazione alla Rocky: il dramma c’è ma è tutto interiore. L’impatto di questa storia è duro e rimane nel tempo, come un pugno bene assestato sulla spalla.
Dwight Garner, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1578 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati