L’Irlanda, un piccolo paese, quando si tratta di letteratura diventa enorme. Ha dato i natali a quattro premi Nobel per la letteratura e a sei premi Booker, e ospita una rete in forte espansione di riviste, editori, librerie, festival e biblioteche. Ma per chi ci vive e lavora questa produzione di scritti brillanti non è una sorpresa. Il dibattito sul successo letterario irlandese è spesso un po’ rozzo, dice Nicole Flattery, scrittrice e critica. “Si tende a parlarne come se fosse capitato da un giorno all’altro. Ma ci sono voluti anni di duro lavoro e di rifiuti. Oggi si vede solo il grande risultato, ma dietro c’è molto di più”. Tra i fattori chiave c’è un ministero della cultura che ha a cuore la letteratura. Ma anche il fatto che negli ultimi decenni l’Irlanda ha fatto passi da gigante nell’abbandonare l’influenza della chiesa cattolica per legalizzare il divorzio, il matrimonio gay e l’aborto. “È affascinante come i giovani scrittori siano liberi di dire quello che vogliono”, dice Yvette Harte di Books upstairs, la più antica libreria indipendente di Dublino.
Kate McCusker, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati