“I ripetuti attacchi dei miliziani yemeniti huthi alle petroliere nel mar Rosso stanno avvelenando le sue acque”, denuncia il quotidiano panarabo Al Araby al Jadid. Il 2 settembre sono state prese di mira due navi cariche di petrolio, una saudita e una con bandiera panamense. Dal novembre 2023, scrive la Reuters, gli attacchi sono stati più di settanta, con due navi affondate, una sequestrata e tre marinai uccisi. A pagarne le conseguenze sono soprattutto i pescatori yemeniti. “Lo sversamento di petrolio e sostanze chimiche uccide molti organismi marini. Anche gli esseri umani corrono il rischio di avvelenamento”, scrive Al Araby al Jadid. Abdul Qadir al Kharraz, che si occupa di valutazione dell’impatto ambientale all’università di Hodeida, aggiunge che le navi prese di mira dagli huthi “trasportavano carichi pericolosi, come fertilizzanti chimici o sostanze ancora più tossiche”. Il 2 settembre sono cominciate le operazioni della missione navale europea Aspides per mettere in sicurezza la petroliera greca Sounion, che è stata attaccata il 21 agosto e potrebbe causare un disastro ambientale enorme. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1579 di Internazionale, a pagina 23. Compra questo numero | Abbonati