Il 1 ottobre i lavoratori di quattordici grandi porti statunitensi della costa occidentale e del golfo del Messico, dallo stato del Maine al Texas passando per la Florida, hanno cominciato uno sciopero per il rinnovo del contratto che “rischia di danneggiare l’intera economia nazionale a poche settimane dal voto per le presidenziali”, scrive il Wall Street Journal. Gli iscritti all’International longshoremen’s association (Ila), che rappresenta 45mila portuali, hanno paralizzato i terminali per navi cargo che gestiscono più della metà delle importazioni e delle esportazioni statunitensi. L’Ila chiede un aumento del 77 per cento nei prossimi sei anni come condizione per avviare i colloqui per il rinnovo.
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Questo articolo è uscito sul numero 1583 di Internazionale, a pagina 113. Compra questo numero | Abbonati