◆ L’isola vulcanica di Tofua, alta e a forma di cono, si distingue nettamente dagli atolli sabbiosi del gruppo di Ha‘apai, che appartiene a Tonga. Senza la protezione delle barriere coralline, le spiagge sono poche e sbarcare è molto difficile. Una volta a terra muoversi è complicato a causa della densa foresta. Ci sono poche fonti di acqua dolce, a parte il lago nella caldera al centro dell’isola, difficile da raggiungere. Inoltre c’è la continua minaccia del vulcano Lofia: secondo gli studi geologici, dal 1774 sull’isola ci sono state almeno dodici eruzioni, l’ultima delle quali è cominciata nel 2015 ed è ancora in corso.

Uno dei più famosi visitatori di Tofua è stato William Bligh, comandante del Bounty. Nel 1789 il suo equipaggio si era ammutinato a cinquanta chilometri da Tofua, e Bligh era stato lasciato in mare aperto insieme ad altri 18 uomini con quattro scialuppe. Il gruppo si fermò a Tofua per raccogliere cibo e acqua, ma fuggì dopo essere stato attaccato dagli abitanti di un’isola vicina.

Oggi Tofua resta in gran parte selvaggia, ma la presenza umana ha lasciato il segno: gli incendi e l’introduzione di cani, gatti, maiali, ratti e più di duecento piante hanno alterato in modo significativo l’ecosistema. Gli esseri umani hanno anche disboscato alcuni tratti di foresta per coltivare la kava, una pianta usata per produrre una bevanda dagli effetti psicotropi. –Nasa

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Questo articolo è uscito sul numero 1585 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati